AEROBICA SI’ O AEROBICA NO?
Questa è una delle domande più frequenti che mi viene rivolta e la risposta non è né semplice, né scontata.
Sicuramente l’attività cardiovascolare è importante per la salute e trova una sua collocazione all’interno di un programma ben strutturato.
Ciò che non è altrettanto certo, è il tipo di cardio in cui impegnarsi, l’intensità, la durata e la frequenza.
Partiamo da un luogo comune:
il cardio fa dimagrire
Sì e no.
La verità è che il dimagrimento è sempre legato a un deficit calorico: se introduciamo meno calorie di quelle che utilizziamo, allora dimagriamo.
Pensare di perdere peso puntando tutto sull’aerobica, è una semplificazione che può portare a non ottenere i risultati sperati.
In pratica, se voi correte alla mattina presto completamente a digiuno per attaccare subito i grassi avendo scarse riserve di glicogeno epatico a disposizione, oppure organizzate le vostre sedute di cardio della durata di almeno 20 minuti per entrare nella zona lipolitica, dove il combustibile principale proviene dai grassi, non prendete in considerazione un fatto importante:
Il corpo umano è una macchina che si adatta e non risponde immediatamente agli stimoli cui è sottoposta.
Gli effetti dei nostri allenamenti, siano essi di natura aerobica o anaerobica, si misurano nelle settimane e nei mesi, questo perché il corpo tende a compensare gli squilibri. Perciò, nel lungo periodo, dimagriamo allo stesso modo – a parità di attività – sia che siamo nella fascia lipolitica, che ci alleniamo a digiuno o con le scorte belle piene, ed è il tipo di “combustibile” che utilizzeremo quello che poi il nostro fisico reintegrerà preferibilmente.
L’attività aerobica che andremo a fare, inoltre, la potremo differenziare a seconda dell’intensità. Avremo quindi:
- intensità bassa e costante;
- intensità media e costante;
- alta intensità intervallata da intensità media e bassa.
Una cosa importante, nella scelta del fattore “intensità” con il quale allenarsi, è la contestualizzazione all’interno del programma che si sta seguendo.
Premesso, come abbiamo già detto, che dal punto di vista favoreggiamento del dimagrimento, la tempistica dell’aerobica, e anche il modo in cui si raggiunge la quota di calorie bruciate, non sono determinanti per questi obiettivi, altrettanto non si può dire per quanto riguarda l’impatto di un’attività rispetto ad un’altra.
Il recupero ha la stessa importanza dell’allenamento.
Sulla base di questa affermazione, risulta chiaro che andare ad inserire un lavoro aerobico molto intenso e frequente in una scheda di allenamento impegnativa, a livello sistemico, per il nostro organismo, può portare a problemi di recupero che si traducono in scarsi risultati.
Parlando, ad esempio, di una situazione in cui si ha un alto volume di allenamento, magari in deficit calorico per perdere qualche chilo, è evidente che è più consigliabile un’attività cardio di bassa intensità e poco frequente che non impatti negativamente sul nostro organismo già stressato.
Oppure, possiamo avere due casi differenti a seconda del biotipo di appartenenza dell’atleta: in fase di bulk, ha senso inserire allenamenti di aerobica ad alta intensità per chi ha difficoltà a gestire le calorie in eccesso, mentre non ha nesun senso nel caso di soggetti che hanno difficoltà a mettere su peso.
Insomma, anche questo tipo di allenamento va pianificato per essere ben inserito in un programma che preveda un perfetto equilibrio fra tutte le variabili.
Tornando un momento sulla tempostica dell’allenamento cardio, mi sento di suggerirvi di inserirlo al termine della seduta con i pesi, questo semplicemente per non andare a intaccare le energie che vi servono per garantire una buona intensità quando avete le mani sui ferri.
Al di là di tutte le considerazioni fatte, va detto che l’attività cardiovascolare fa sicuramente bene ed è un’ottima idea inserirla nei nostri programmi ma, se il nostro obiettivo e il dimagrimento o la ricomposizione corporea allora, a maggior ragione, occorre pianificare chirurgicamente il suo inserimento nella nostra strategia. Questo al fine di massimizzare i risultati ed evitare sconvolgimenti negativi a livello sistemico.