L’UNIVERSO FEMMINILE – 2^ parte.

È sicuramente vero che non esiste una persona uguale all'altra, ma è anche vero che queste differenze diventano particolarmente importanti mano a mano che si entra nel dettaglio.

Infatti se, come ho scritto nell’articolo precedente, l’anamnesi del cliente è fondamentale per centrare gli obiettivi prefissi, è anche vero che occore partire dalla buccia per arrivare al nocciolo.

È in questa fase che, a grandi linee, dobbiamo capire quale biotipo rispecchia meglio il nostro fisico:

  • Ginoide – Si tende, per rendere meglio l’idea, ad associare la forma di una donna “ginoide” a quella di una “pera”, dove l’accumulo maggiore di grasso avviene sulle cosce, sui glutei e sui fianchi.
  • Androide – In questo caso il fisico è associato a una forma a “mela”, con accumulo tendenziale del grasso nel ventre e nella parte superiore del corpo.
  • Misto – rientra in questa categoria chi presenta caratteristiche di entrambi i biotipi.

Già questa prima classificazione, sebbene empirica e superficiale, ci permette di abbozzare qualche rflessione.

Per esempio, se la tendenza è quella di accumulare grasso dalla vita in giù, occorre programmare l’allenamento in modo da non favorire il ristagno negli arti inferiori puntando, preferibilmente, sullo stimolo a una migliore circolazione generale. Pertanto il cardio, ad esempio, verrà strutturato in modo da prediligere sedute a bassa intensità (camminate, che favoriscono lo smaltimento di liquidi e tossine) piuttosto che sforzi intensi di maggior durata che portano all’accumulo di acido lattico. 

La donna “androide” può permettersi un approccio diverso all’allenamento. Il tipo “misto” dovrà essere valutato a seconda delle caratteristiche dominanti.

Aerobica e allenamento con i pesi, sono due tipi di esercizio che vanno bilanciati perfettamente per ottenerne i massimi benefici, e questo può essere fatto solo dopo un’attenta valutazione del soggetto. In pratica occorre scendere più in profondità nello studio della persona, andare oltre la buccia, oltre al biotipo, è necessario studiare la postura, lo stato di forma generale, gli scompensi fisici, la risposta al metabolismo e tanto altro ancora.

Concentrarsi sui “punti deboli”, come l’accumulo di grasso sulle cosce, affrontando sedute di squat e ore di tapis roulant, potrebbe non essere la scelta migliore in termini di impegno/risultato.

Al di là dell’allenamento che, come possiamo capire dalle poche considerazioni che abbiamo fatto, va studiato sulla persona e considerando moltissime variabili, il recupero ha un’importanza di pari livello. Il giusto equilibrio tra stimolo e riposo garantisce i migliori risultati. Eccedere da una parte o dall’altra, nella migliore delle ipotesi, porta a una perdita di tempo, se non a un peggioramento sistemico rispetto a quello di partenza.

Concludo la seconda parte dell’argomento invitando le donne a un approccio positivo verso l’allenamento con i pesi. 

Vi garantisco che lavorare utilizzando stimoli crescescenti, vari e adeguati, porta il fisico a un adattamento con risultati visibili in termini estetici. 

La vera domanda è: perché le schede di preparazione generiche non sempre funzionano? Perché individui di costituzione apparentemente simile reagiscono agli stimoli in maniera differente? E perché non basta il “biotipo” a classificare una persona?

Nel prossimi articoli approfondirò il tema, darò alcuni suggerimenti e farò delle considerazioni. Tutto questo, ovviamente, sempre nell’ottica di condividere le conoscenze teoriche e pratiche che permettono di stabilire i giusti obiettivi e, soprattutto, di raggiungerli!